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di SUN Haipeng (Cina, 2021) 104’ V.O. con sottotitoli in italiano 24 settembre - Ore 17.00 - Cinema Arlecchino e 25 settembre - Ore 22.30 - Cinema Arlecchino Grande epopea dell’amicizia e della vita, il film è stato definito dal China Film Art Research Center il film d’animazione dell’anno. Contrariamente ai film d’animazione cinesi, che spesso mettono in scena racconti della tradizione, I Am What I am racconta la vicenda di tre adolescenti del Sud, lasciati al villaggio natale, Guangdong, dai genitori che sono emigrati a Canton, la più grande città costiera del sud della Cina. I tre sono un po’ abbandonati a loro stessi e quotidianamente un gruppo di bulli locali li prende in giro e li maltratta. Però i ragazzi hanno un sogno: imparare un’antica tradizione culturale, la Danza del Leone (Wu Shi Zi nella lingua del film, il mandarino). Ah Juan, il protagonista, incontra una ragazza che sa fare benissimo questa danza e gli regala la maschera per potersi esibire: decide così di radunare il suo gruppo di amici per formare la compagnia di Danza del Leone più improbabile del mondo. Ancora più improbabile è l’allenatore che trovano, Xian Yuqiang, una stella un tempo promettente nel mondo della danza che ora vive una vita molto umile, lavorando come pescivendolo. Il gruppo così intraprende l’impossibile missione di prepararsi per la più grande competizione del paese, ma proprio quando il loro sogno sembra a portata di mano la dura realtà complica le cose. “Ricorda sempre: se sentirai riecheggiare nel cuore il ritmo del Tamburo, sarai forte come un leone feroce”. La danza, infatti, è accompagnata da un sottofondo musicale che prevede un tamburo, molto importante in tutta la rappresentazione perché scandisce il ritmo ed impone i movimenti che il leone dovrà eseguire, due piatti ed il gong. Il film è una continua montagna russa di alti e bassi, entusiasmo e sconfitta, tristezza e gioia, e fino all’ultimo momento la sorte dei ragazzi è incerta, sospesa tra la tragedia e la vittoria. Un melodramma in perfetto stile del cinema cinese contemporaneo, che usa l’animazione per esaltare ancora di più le scene di danza. Il film, molto apprezzato da critica e pubblico, ha avuto uno strascico polemico sui social media, poiché i personaggi avrebbero tratti somatici troppo realistici, in particolare nelle fattezze degli occhi, piccoli ed allungati, considerati espressione di un pregiudizio estetico occidentale e razzista di stampo coloniale. La polemica si inserisce in un quadro generale dell’industria cinematografica cinese, dove il “politically correct” sta dominando il giudizio generale su ogni prodotto culturale.
24 settembre - Ore 17.00 - Cinema Arlecchino
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